19April2024

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La prima guerra mondiale a Gerenzano

Quest'anno si celebra a livello europeo il centenario dell'inizio della prima guerra mondiale. Con una serie di articoli vorrei  ricostruire la storia dei soldati gerenzanesi morti a causa di questo conflitto.

Ho basato la ricostruzione delle loro storie sulle foto dei caduti che si trovano al cimitero di Gerenzano, sulle date e luoghi della loro morte e su alcune notizie  reperite in rete o con dati d’ archivio. 

La prima guerra mondiale iniziò il 28 luglio 1914 con l’Austria che dichiarò guerra alla Serbia.

Poco meno di un anno dopo, il 24 maggio 1915, l’Italia, alleata con Francia e Inghilterra,  dichiarò guerra all’Austria. Questa data  aprì ufficialmente le belligeranze sul fronte italiano che causeranno la morte 680.000 soldati italiani e più di un milione di dispersi. Alla fine della guerra i caduti sui diversi fronti europei furono 8.450.00, i feriti 21.188.000 mentre i dispersi  7.751.000.

Anche Gerenzano diede il suo contributo a questo bagno di sangue con  61 giovani, di cui 52 morti sui fronti di guerra o negli ospedali, 5 morti a Gerenzano per malattia e 4 dispersi.   

Il primo ragazzo di Gerenzano caduto si chiamava Girola Carlo di Gaspare e perì sulle Tofane il 20 luglio 1915, poco dopo l’inizio del conflitto.  La sua foto collocata al cimitero lo ritrae  ancora in abiti civili perché forse non ebbe neanche il tempo di farsi fotografare in divisa. 

Le Tofane sono montagne vicino a Cortina d’Ampezzo al confine tra il Veneto italiano e l’Alto Adige austriaco. Le sue cime e valli furono  presidiate  dai due eserciti che si fronteggiarono a colpi di cannone e di fucile. 

Lo stesso giorno in cui morì il nostro concittadino e sulle stesse montagne anche il generale Cantone venne colpito a morte da una pallottola austriaca: “Forcella di Fontana Negra. Zona Tofane, il generale Cantore è colpito mentre ispeziona le linee nemiche. È il pomeriggio del 20 luglio 1915, quando il generale Cantore rimane fermo, impassibile a due proiettili che lo sfiorano. Cade subito dopo, colpito mortalmente da un terzo colpo che lo centra in piena fronte, forando la visiera del berretto che portava.” Povero generale, con più prudenza non avrebbe fatto questa fine.

Gli articoli dei giornali del giorno dopo, 21 luglio, riportano titoli esaltati, come questo de “il Resto   del Carlino”: “La nostra offensiva procede vittoriosa sull’altopiano del Carso – nuove trincee espugnate, 500 prigionieri, contrattacco respinto”.

L’articolo si riferiva alla seconda battaglia dell’Isonzo combattuta sugli altopiani del Carso dal 18 luglio al 3 agosto 1915 che causò ben 6.000 morti e quasi 5.000 dispersi. Questa offensiva era la seconda delle 11 battaglie dell'Isonzo combattute quasi all'arma bianca dai nostri soldati per conquistare pochi metri di terra. Quasi sempre queste offensive si risolvevano con ritirate strategiche e decine di migliaia di morti lasciati sul terreno.

Pierangelo Gianni    24 settembre 21014 Gerenzano