Paolo Clerici, un capitano al fronte durante la grande guerra

Clerici Paolo Giovanni Maria Pietro Antonio nacque a Gerenzano nel 1893. era il secondogenito della famiglia. Primogenito era Gianpiero, classe 1982. A differenza del fratello aviatore destinato a grandi imprese nei cieli europei, lui fece tutta la guerra in artiglieria.

Partì volontario il 20 novembre 1914 come ufficiale di complemento presso la quarta batteria del 25esimo Artiglieria da Campagna di Vercelli. " Il sottotenente Clerici dimostra di essere molto robusto e agile. Alla sua ottima prestanza fisica, accoppia una spiccata attitudine e passione per la vita militare; monta bene a cavallo. 
E' persona squisitamente educata; è intelligente, possiede una buona coltura generale ed elevatezza di pensieri e sentimenti.
E' ufficiale serio, calmo, sereno, sempre corretto, disciplinato ed autorevole, sa cattivarsi la simpatia e la stima dei superiori, dei colleghi e degli inferiori."

Poi, dopo questo breve periodo di addestramento partì per il fronte combattendo nelle batterie di bombarde e lo troviamo come comandante di una squadra di artiglieria a Gorizia, sulle pendici del Monte San Marco, nella Macedonia Serba.

"Verbale di cessione di comando 

I sottoscritti in occasione della cessione di comando della 23esima batteria bombardieri, hanno proceduto alla verifica di cassa ed hanno riscontrato esistere in essa la somma di lire undicimilasettecentosettantanove e cent. trentasei.
Hanno inoltre proceduto alla verifica del materiale e dotazione cartografica, ed hanno riscontrato esistere quanto risulta dall'unito specchio.

Fatto, letto, chiuso l'anno millenovecentodiciassette, addì ventinove maggio.

Il cedente: tenente Paolo Clerici         il subentrante: Gaspare Lasoria"

Segue un elenco di materiali tra i più svariati, dagli utensili di cucina e viveri, ai regolamenti, biciclette, carrette, fucili, 8 bombarde da 240 mm, niente proiettili.

"7 aprile 1918

Gentilissima Signora Marchesa,

Rispondo in ritardo alla gentile e graditissima lettera sua del 18 marzo, perché dopo il mio giro in Macedonia sono stato ancora assente, nell'Albania Meridionale e molto occupato da faccende d'ogni specie, comprese quelle del nemico,

Ho rivisto con tanto piacere il suo Paolo, bell'ufficiale che già avevo trovato in Cadore o più precisamente in Cordevole nel primo anno di guerra. E' un bell'ufficiale e sono veramente lieto che egli e Gian Piero diano alla loro Madre, le più vive soddisfazioni di orgoglio patriottico.

Sono egualmente lieto anch'io dei miei, e fra le mie figliole conto oggi una squisita poetessa dal pensiero virile e dall'estro nobilissimo, Clara.

Stanno tutti bene.
Ho saputo che la gentile figliola sua è sposa e la prego gradire per lei, per se e per tutti i suoi cari i miei migliori auguri.
Con tanti saluti a suo marito, i miei devoti omaggi a Lei.

Dev.issimo suo 

Giacinto Ferrera"

"Croce al merito di guerra: Capitano Clerici sig. Paolo - Esemplare Comandante di artiglieria bombarde, leggermente offeso agli occhi dal fortuito scoppio di una riservetta che faceva crollare l'installazione di una intera sezione, si manteneva calmo e sereno, infondendo coraggio nel personale di truppa per la continuazione del fuoco coi pezzi rimasti. Quota 1050 (Macedonia serba) 19 luglio 1918. "

Alla fine del conflitto fu autorizzato a fregiarsi di una medaglia di argento al Valor Militare, due croci al merito di guerra, un nastrino delle fatiche di guerra con tre stellette, un distintivo per promozione per merito di guerra.

Questo è uno spaccato di vita militare, descritto attraverso documenti ufficiali,  del Capitano Paolo Clerici, figlio del patrizio milanese Pietro Antonio Napoleone Clerici residente a Gerenzano e anche nostro sindaco.  Tre anni sempre al comando di una squadra di una quarantina di artiglieri sotto gli occhi vigili e premurosi dei superiori che non mancavano mai di gratificarlo con diverse onorificenze ed attenzioni personali. Una guerra decisamente diversa rispetto alla moltitudine di fanti ed alpini che fecero la guerra in trincea.

Pier Angelo Gianni            Gerenzano, 31 gennaio 2015