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Gli studenti incontrano Cécile Kyenge e don Virginio Colmegna

Saronno, 20 gennaio 2014 - Davanti a circa 350 studenti, interessati e pronti a porre domande, lunedì 20 gennaio è salito sul palco del teatro Giuditta Pasta di Saronno il ministro per l'Integrazione Cecile Kyenge, insieme al presidente della Casa della carità don Virginio Colmegna e al giornalista Gad Lerner, moderatore del dibattito.

Fuori un piccolo gruppo di militanti della Lega Nord e di Fratelli d'Italia, una trentina di persone, si è riunito in presidio per protestare contro le politiche del governo sull'immigrazione, rispolverando anche gli storici manifesti con gli indiani d'America che «hanno subito l'immigrazione e ora vivono nelle riserve». Sul palco insieme al ministro e al sindaco Luciano Porro alcuni studenti di origini straniere, che hanno realizzato a scuola un cortometraggio proiettato prima dell'incontro per raccontare un percorso verso l'integrazione fatto di tanti ostacoli da superare. Giovani che, come racconta Arianna, studentessa nata in Georgia, sono «pronti a raccogliere la sfida dell'integrazione».

Per la prima volta Kyenge, dal palco, ha rivolto un attacco esplicito alla Lega Nord, che da diversi giorni sta organizzando sit-in in occasione dei suoi incontri: «Piuttosto che focalizzarsi su quello che ha fatto la ministra in questi mesi occorre dare risposte ad altre domande, e cioè ai tanti anni in cui si lotta contro l'immigrazione e poi si investe in Tanzania e ci si ritrova a prendere in diploma in Albania». Un chiaro riferimento all'inchiesta che riguarda l'ex tesoriere del Carroccio Franco Belsito e alla laurea «comprata» a Tirana da Renzo Bossi.

Poi, incalzata dalle domande di Gad Lerner, ha parlato anche della sua vicenda personale. «La mia resistenza - ha aggiunto - si spiega anche con un percorso personale, di sofferenza e lavoro duro e alcuni momenti di umiliazione. Ma ho sempre creduto nella non violenza, nel fatto di poter trasmettere messaggi educativi». Kyenge ha ricordato alcuni momenti della sua vita particolarmente difficili: «Il mio percorso e' stato molto duro, e non solo per gli attacchi che già ricevevo. Ricordo il giorno in cui ero senza casa in un paese straniero da sola, sapendo che non avevo nulla da mangiare. Quando penso a quello che ho passato non vorrei che qualcun altro lo vivesse».

Il ministro ha anche annunciato il varo, nelle prossime settimane, di un «piano strategico per l'integrazione frutto del duro lavoro fatto nei mesi scorsi». Spazio poi alle domande dei ragazzi, su temi come il razzismo negli stadi, i progetti del Governo sull'immigrazione e lo Ius soli. «A scuola, anche il laboratorio teatrale ci aiuta molto a integrarci», ha spiegato Nbaie Guye, uno dei protagonisti del cortometraggio, che quattro anni fa si è trasferito dall'Africa in Italia insieme alla famiglia e ora studia all'Itis Riva. «Grazie a questa esperienza – ha concluso - riesco a pensare a un futuro migliore, senza razzismo, perché avremo imparato a vivere tutti insieme.
Andrea Gianni