La battaglia di Capo Matapan

un racconto del nostro concittadino Zoni Mario, detto Balin, classe 1920.

 

 
Nella notte del 29 marzo 1941 a Capo Matapan, in prossimità della costa greca, la flotta inglese sorprese la nostra squadra navale comprendente la corazzata Vittorio Veneto, 8 incrociatori, 4 cacciatorpedinieri.
Punta di diamante  della nostra squadra era il cacciatorpediniere Granatiere, sulla quale era imbarcato il marinaio Zoni Mario. Il "Granatiere" fu speronato da una nave nemica che  lo trancio’ di netto dalla parte della prora. Ebbero 20 morti e la nave si salvò grazie al coraggio del comandante che con la fiamma ossidrica tagliò pezzi di lamiera vagante. Chiusa la falla con paratie, la nave fu poi trainata da un rimorchiatore tedesco  nella baia di Navarino in Grecia.
Nella battaglia perdemmo 3 incrociatori, Zara, Fiume, Pola, la Vittorio Veneto, pur colpita da siluri, riuscì a salvarsi.
Mario, nell’intervista, mi fece vedere alcune foto di guerra navale nel mediterraneo, 2 croci di guerra in bronzo, il modellino del cacciatorpediniere Granatiere che aveva fatto durante la  navigazione, il giornale di bordo e un libro scritto con tutte le date di navigazione.
Tra una bevuta e l’altra di vino finimmo l’intervista con un abbraccio.
 
Mauro Moretti
 
 La storia:                              

Scontro di Capo Matapan del 29-3-1941.

Mentre stà rientrando a Taranto, la flotta Italiana, priva di copertura aerea, subisce due attacchi da aereosiluranti e da bombardieri, tutti decollati dalla portaerei Formidable. Tutti gli attacchi, ad eccezione di un siluro, che nel pomeriggio colpisce la Vittorio Veneto, vengono evitati senza gravi conseguenze. Un ulteriore violentissimo attacco di aereosiluranti, tra le 19.36 e le 19.50, colpisce ed immobilizza il Pola. Nel frattempo, la flotta Inglese di base ad Alessandria si sta' avvicinando per colpire la Vittorio Veneto che era stata rallentata, ma le navi italiane ne ignorano la presenza, avendo avuto rapporti imprecisi (vengono segnalati solo alcuni incrociatori nemici) e discordanti. Perciò la 1^ divisione, composta dagli incrociatori Zara, Fiume e quattro cacciatorpediniere (Alfieri, Gioberti, Carducci ed Oriani), inverte la rotta per soccorrere il Pola, anche se tardivamente, a causa di ritardi nelle decifrazioni dei messaggi; purtroppo incontrano il grosso della flotta inglese. Questa, inavvistata, si porta a breve distanza dalle navi italiane localizzate grazie ai radar e le illumina a giorno con dei potenti riflettori: è un massacro. Alle 22.30 ad appena 3500 metri di distanza i proiettili di oltre mille kg. sparati dalle corazzate inglesi squarciano i due incrociatori e due cacciatorpediniere (Alfieri e Carducci) su quattro. In seguito, il Pola, immobilizzato, viene scoperto ed affondato. La Vittorio Veneto ed il resto della formazione, invece, proseguono indisturbati. Quella notte, una vera Caporetto del mare, perirono 2303 marinai italiani: 782 dello Zara, 813 del Fiume, 328 del Pola, 211 dell'Alfieri e 169 del Carducci.

Un caduto gerenzanese fu Bonzini Ernesto, morto il 29 Marzo 1941 sulla nave Zara (la lapide al cimitero riporta un anno sbagliato)

http://www.regiamarina.it/battaglie.htm