Immagini https://www.gerenzanoforum.it Thu, 18 Apr 2024 19:26:38 +0000 Joomla! - Open Source Content Management en-gb La secchia perduta e ritrovata. https://www.gerenzanoforum.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=128:la-secchia-perduta-e-ritrovata&Itemid=563 https://www.gerenzanoforum.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=128:la-secchia-perduta-e-ritrovata&Itemid=563 La secchia perduta e ritrovata.

Circa un anno fa ho scritto di un ritrovamento archeologico alla rotonda della Cascina Girola di Uboldo. Si trattava di una cisterna sotterranea ritrovata durante i lavori per la costruzione del viadotto sulla ferrovia. Inoltre in zona sono state ritrovate delle antiche macine per il grano. Correlando i due ritrovamenti, dedussi che doveva esserci un mulino medievale in zona.

 

Recentemente sono stato alla Cascina Soccorso con Sergio Marranzano a fare delle foto (le foto di questo articolo sono sue) ed lì ho casualmente trovato un "pozzo di storia locale": Gianluigi Ceriani di Uboldo. E' un signore molto cordiale di una certa età a cui piace raccontare tutto quello che sa e ha studiato sulla chiesa del Soccorso. Mi ha fatto vedere dei posti non visitabili normalmente come, ad esempio, il monastero e la sala consiliare con un bel soffitto a volte. Il signor Ceriani, tra un racconto e una notizia storica, mi ha ricordato una vecchia leggenda sentita da ragazzo in cui si raccontava di un contadino che fece cadere una secchia nel pozzo del Soccorso ritrovata, a distanza di mesi, nel pozzo del Santuario di Saronno. Storia strampalata, inverosimile.

Poi abbiamo visitato le cantine del monastero, bellissime, proprio adatte a far invecchiare vini e salumi. Peccato che sono molto pericolose e in uno stato di totale abbandono. Sulla parete lato chiesa, Gianluigi mi ha mostrato un pertugio franato che doveva essere, secondo lui, l'imbocco di una galleria che passava sotto la chiesa.

Ora sulla base di queste osservazioni incominciamo a fare delle ipotesi: 1) Si raccontava che c'era un camminamento che congiungesse San Giacomo col Soccorso e il Santuario di Saronno. 2) sono stati ritrovati i resti di una cisterna e delle macine nei pressi della rototonda della cascina Girola; 3) La Cascina Soccorso era lambita anticamente dal vecchio Bozzente (lo si vede ancora nelle mappe); 4) sotto la chiesa del Soccorso c'è una galleria.

La mia ipotesi è la seguente: molto probabilmente esisteva veramente un cunicolo sotterraneo, ma non era un camminamento, ma bensì un acquedotto medioevale che portava l'acqua dal vecchio Bozzente al mulino passando per la chiesa del Soccorso. Per regolare il flusso d'acqua per il mulino, molto probabilmente, venivano usavate delle cisterne come riserve d'acqua. La prima potrebbe essere proprio la cantina sotto il monastero che il signor Ceriani ci ha mostrato, la seconda quella ritrovata alla Girola. 

Allora la leggenda della "secchia perduta e ritrovata" e del camminamento che congiungeva le tre chiese  incominciano ad avere un flebile fondamento e un riscontro tangibile. 

Chissà se un giorno con una ricerca archeologica si confermerà questa ipotesi.

Pierangelo Gianni  Febbraio 2016

La cantina sotto il monastero della cascina Soccorso di Uboldo. Si vede la scala e il cunicolo franato che passerebbe sotto la chiesa.

Particolare del cunicolo

Ricostruzione ipotetica del sistema idraulico della zona tra la Cascina Soccorso e la Cascina Girola

Il signor Gianluigi Ceriani, nostro cicerone.

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gianni_pa@gerenzanoforum.it (Redazione) Ambiente & territorio Sat, 20 Feb 2016 00:28:49 +0000
La Casa del Popolo di Gerenzano https://www.gerenzanoforum.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=127:la-casa-del-popolo-di-gerenzano&Itemid=563 https://www.gerenzanoforum.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=127:la-casa-del-popolo-di-gerenzano&Itemid=563

Gerenzano, 21 marzo 2015 - Oggi, mia cugina mi ha dato un bel librettino stampato il 5 settembre 1937 dal titolo: A Don Antonio Banfi, ecc.. E' un opuscolo in cui i parrocchiani gerenzanesi ringraziano Don Banfi nel decennale della sua nomina a prevosto di Gerenzano.

 

Vi riporto integralmente un articolo riguardante "LA CASA DEL POPOLO". Questo spunto in particolare ci riguarda da vicino. In questi giorni si sta rivedendo il Piano del Governo del Territorio (PGT) e in esso si parla anche della ristrutturazione di tutta l'area della cooperativa. Io penso che questo manufatto, indipendentemente dal suo valore artistico, ha una valenza storica molto importante per i gerenzanesi e vorrei che venisse salvaguardato.

Gerenzano 5 settembre 1937

LA CASA DEL POPOLO

"Appena sistemati i debiti di questa costruzione, ecco un'altra necessità: la sede dei Giovani Cattolici (1931), organizzati da sette anni; ed al fianco dell'oratorio (il vecchio oratorio, dove ora c'è il cinema. NDR), vicino alla Casa del Popolo sorge in poco tempo una bella sala, quella medesima che poi servì per un pò di tempo anche agli Uomini Cattolici, in attesa di una più conveniente sede che trovarono nella Casa del Popolo.

La Casa del Popolo è una Società anonima sotto la denominazione "Casa del Popolo". Venne costituita il 9 gennaio 1907 con un atto notarile dell' Avv. Federico Guasti.

Di questa "Casa del Popolo" per ora possiamo dire che costò tanti sacrifici al povero prevosto Don Pompeo Garbagnati e ad una piccola eletta schiera di persone che avevano ben compreso la grande idea del povero prevosto. Al prevosto Garbagnati successe il suo coadiutore, l'attuale  Prevosto, il quale conoscendo molto bene tutta la genesi della "Casa del Popolo", con grande spirito di sacrificio e di grande fiducia nel suo popolo gerenzanese si addossò non pochi debiti colla volontà risoluta di giungere alla completa sistemazione di quest'opera grande che presto darà i suoi frutti a bene di tutto il suo popolo gerenzanese, specialmente alla gioventù. Ci sono quelli che guardano con un pò di diffidenza  a questa "Casa del Popolo" confondendola colla Cooperativa. Il tempo che ha già dissipato molta nebbia, la toglierà al completo e vedranno i sacrifici sostenuti dai loro Prevosti solo col pensiero di fare del bene."

La foto che accompagna l'articolo è molto bella. Si vede la Casa del Popolo, che noi chiamiamo cooperativa, il sagrato e un bel viale di platani. In due momenti di "vuoto di memoria", il filare di platani nel primo dopoguerra e il sagrato molto recentemente, due particolari che rendevano la piazza fruibile e bella, vennero abbattuti. Ora mi piacerebbe che non si giungesse alla totale banalizzazione della piazza con l'abbattimento della cooperativa.

Pier Angelo Gianni

 

 

 

 

 

 

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gianni_pa@gerenzanoforum.it (Redazione) Ambiente & territorio Mon, 23 Mar 2015 15:53:16 +0000
Il mulino della Girola https://www.gerenzanoforum.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=126:il-mulino-della-girola&Itemid=563 https://www.gerenzanoforum.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=126:il-mulino-della-girola&Itemid=563

Gerenzano 20 gennaio 2015 - Dopo aver visto le foto della cisterna che Maurizio ha intelligentemente scattato più di 25 anni fa mi è ritornato in mente di aver visto qualche anno fa qualcosa che poteva essere collegato alla cisterna.

 

Sono andato da Achille Bonacina, il restauratore che abita nella prima casa sulla strada della cascina Soccorso e gli ho mostrato le foto. Lui si ricordava del ritrovamento e mi disse che gli addetti ai lavori decisero che non ne valeva la pena conservare il manufatto.  Poi mi portò in cortile e mi mostrò due grossi blocchi di serizzo con un incavo sulla faccia superiore (vedi le due foto). Sono due grosse macine per granaglie. Una, mi disse, fu ritrovata durante lo scavo per la posa della fibra ottica vicino alla rotonda per andare alla Girola (praticamente dove c'era la cisterna) e la seconda  nella corte di fronte alla pizzeria Urgada in Via Italia a Uboldo. 

Secondo me la cisterna e i due blocchi di serizzo sono due tessere dello stesso puzzle: un mulino antico, romano o medievale, questo non lo sapremo se non facendo delle ulteriori ricerche. 

Vediamo con la fantasia e qualche nozione di idraulica di ricostruire il mulino (che ora chiameremo della Girola). 

Il fontanile di San Giacomo forniva l'acqua che veniva convogliata con una condotta fino alla cisterna del mulino della Girola .  L'uso della cisterna era indispensabile perché la quantità di acqua era poca e il salto dell'acqua insufficiente per far funzionare efficientemente il mulino. Questo accumulo di acqua ne garantiva un rifornimento costante. Dunque di notte la cisterna si riempiva, di giorno il mugnaio apriva le paratie per far fluire violentemente l'acqua sulle pale di una ruota collegata ad un lungo perno con dei “saltarelli”. Collegati a questi saltarelli c'era una batteria  di pali che alla loro estremità avevano un pestello di legno che si muoveva ritmicamente su e giù polverizzando negli incavi conici delle macine il grano o altri cereali. Il mugnaio raccoglieva la farina prodotta da questo pestare continuo e la sostituiva con altro grano.  

Questo metodo è ancora più antico della macina orizzontale di pietra che si trovava nei mulini medioevali. Un metodo simile lo si vede ancora in alcuni remoti paesi della Cina o dell'Africa. Vi consiglio di vedere in youtube questo stupendo video   https://www.youtube.com/watch?v=PueYywpkJW A 8 . 2 minuti e 33 secondi si vede come doveva funzionare il mulino della Girola.

Pierangelo Gianni

MACINA TROVATA ALLA GIROLA

MACINA TROVATA NEL CENTRO DI UBOLDO

 

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gianni_pa@gerenzanoforum.it (Redazione) Ambiente & territorio Wed, 21 Jan 2015 01:27:35 +0000
Un'importante scoperta archeologica alla Girola distrutta “per non avere grattacapi”. https://www.gerenzanoforum.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=125:un-importante-scoperta-archeologica-alla-girola-distrutta-per-non-avere-grattacapi&Itemid=563 https://www.gerenzanoforum.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=125:un-importante-scoperta-archeologica-alla-girola-distrutta-per-non-avere-grattacapi&Itemid=563

Pochi giorni fa ho ricevuto sulla casella postale di Gerenzanoforum questa mail che vi riporto:

Gorla Minore, 8 gennaio 2015

Buongiorno Sig. Gianni. mi chiamo Zaffaroni Maurizio di Uboldo, ora abito a Gorla Minore.

 

Lei magari si chiederà perché seguo notizie di Gerenzano? Ebbene, da ricerche effettuate da mio cugino Don Pierluigi Zaffaroni, il mio quadrisavolo Costantino era proprio Gerenzanese.

Comunque tralasciando questo piccola introduzione, vorrei farle vedere alcune foto scattate anni or sono all’epoca della costruzione del ponte sopra la ferrovia vicino al bar Nineau. In quegli anni studiavo al Collegio Arcivescovile e per andare a scuola passavo dalla Girola. Una mattina assistetti alla scoperta di una camera sotterranea fatta da una ruspa. Corsi a casa, presi la macchina fotografica e scattai alcune foto.

Nemmeno due ore dopo era già tutto spianato e mi dissero, quando chiesi spiegazioni, che quella camera era solo un vecchio pozzo perdente.

Chiesi informazioni a mio zio Felice Colombo, nato e cresciuto al Soccorso Nuovo, classe 1913, il quale sorridendo mi disse che mai aveva sentito notizie di un pozzo perdente, tanto più in mezzo alla campagna.

Le mando le foto, chissà mai che possa essere l’inizio di una nuova storia.

Allego sotto il mio recapito e gentilmente porgo distinti saluti.

ZAFFARONI MAURIZIO

(indirizzo allegato)

La vicenda si potrebbe collocare alla fine degli anni '80 quando chiusero il passaggio a livello del Nineau sostituendolo con il ponte che ora si percorre per andare da Gerenzano ad Uboldo.

Grazie alle foto di Maurizio, ragazzo molto curioso (allora frequentava la prima media) possiamo rivedere il reperto distrutto e dove si trovava, nonostante sopravvisse solo poche ore alla pala della ruspa.

Il manufatto era rettangolare, di mattoni, chiuso superiormente da una volta a botte. Dalla foto si vede che è chiuso su tre lati, ma non ne conosciamo la lunghezza. Che cos'era? Certamente non era un pozzo perdente!  Poteva essere una cisterna per l'acqua ad uso irriguo o abitativo adiacente ad una costruzione antica le cui fondamenta si dovrebbero trovare nelle immediate vicinanze.  E' vecchia? Dalla forma dei mattoni direi che il manufatto potrebbe risalire all'epoca romana o medioevale.  Dove si trovava esattamente? Dalle foto non è così evidente dove si trovasse. Maurizio mi ha spiegato che il reperto si trovava dove ora c'è la rotonda per la Cascina Girola, dunque in territorio uboldese.  Del resto si dice che in quella zona ci sarebbero dei resti archeologici non ancora scoperti, come pure nel territorio d Gerenzano nei campi a nord della strada che porta alla Cascina Soccorso.

Ora diamo libero sfogo alla fantasia. Una vecchia leggenda dice che c'era una galleria che congiungeva il monastero di San Giacomo al monastero della Cascina Soccorso. Non credo ci sia mai stata, anche perché tra le due chiese ci sono  degli avvallamenti  prodotti da secoli di cavazione dell'argilla  per fare i mattoni e nessuno, scavando, ha mai trovato questa galleria. Inoltre ci sono troppe risorgive per pensare che i nostri avi siano stati in grado di costruire una galleria tanto impermeabile da permettere il passaggio delle persone. Ma un condotto sotterraneo per convogliare l'acqua della risorgiva verso le case (o una villa romana) era tecnicamente possibile e facile, del resto i romani erano maestri nel costruire acquedotti. In conclusione la cisterna trovata potrebbe essere veramente un residuo di un acquedotto romano che forniva una villa o un complesso agricolo.

 

Non mi meraviglio che abbiano “ruspato” tutto in fretta, per evitare di interrompere i lavori e per non avere dei fermi cantiere che potenzialmente potevano durare dei mesi. Questa è l'Italia, nazione con troppi siti archeologici e spesso il ritrovamento di un reperto è visto più come un grattacapo che non una fortuna.  

E' da pochi anni che a Gerenzano si è abbattuta l'unica torre medioevale esistente e rifatta la piazza della chiesa senza prestare la minima attenzione ai possibili ritrovamenti archeologici. La “ruspa maledetta” è  ancora in funzione sotto i nostri occhi sempre più miopi e distratti. Per fortuna che c'è sempre qualche ragazzino con gli occhi curiosi e una macchina fotografica a tracolla che fissa sulla carta delle informazioni che andrebbero irrimediabilmente perdute.

Pier Angelo Gianni  14 gennaio 2015 

 

p.s se avete altre informazioni o notizie particolari scriveteci a gianni_pa@gerenzanoforum.it

 

 Mappa satellitare della zona con l'indicazione del sito dove venne scoperta la cisterna

La zona durane ilavori per la costruzione del ponte

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gianni_pa@gerenzanoforum.it (Redazione) Ambiente & territorio Thu, 15 Jan 2015 16:32:52 +0000
Largo Fagnani, anni '50 https://www.gerenzanoforum.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=124:largo-fagnani-anni-50&Itemid=564 https://www.gerenzanoforum.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=124:largo-fagnani-anni-50&Itemid=564 Largo Fagnani, anni '50

Una vecchia cartolina di Gerenzano degli anni '50 acquistata su e-bay apre involontariamente il capitolo "nostalgia".

Non per ricordare quanto eravamo belli e  bravi e tutto era fatto bene, anzi. Il paese negli anni '50 era (in generale) sporco, leggermente cadente, senza marciapiedi e con un leggero puzzo di stalla che usciva dalle corti. La nostalgia invece mi ricorda "quanto non è stato fatto" per preservare il carattere del centro storico e la sua vivibilità.

La cartolina riprende un'istantanea di una giornata qualunque di primavera, inizio estate. Le case del largo sono ancora quasi intatte. Si vede ancora lo stemma dei marchesi Clerici sul muro del palazzo vecchio dei Fagnani (lo stemma c'è ancora sotto uno spesso strato di vernice),  la Cartoleria della "Bianca" e la ferramenta della "Gibia" erano appena state aperte, si vede ancora a fianco della vetrina della Bianca il portone dell'ambulatorio del dottor Palumbo. Sul muro della "Gibia" c'era il manifesto del film che avrebbero proiettato quel sabato sera, di domenica pomeriggio e sera al cinema parrocchiale in piazza della chiesa. Quella settimana si proiettava "La tigre sacra", filmone in auge a quei tempi.

 La gente era vestita in modo dimesso e pratico. Nella foto si vede una "masera" con il suo "scusà" e la sporta, forse tornava dal panettiere. Ci sono due vecchi "regiù" con il gilé, l'immancabile cappello e le braccia dietro la schiena  che passeggiano per la piazza in attesa del tocco di mezzogiorno per andare a mangiare. Fuori dall'osteria del "Calabria" degli uomini appoggiati al muro o con le mani in tasca controllano il passaggio e sicuramente parlano male del paese (come ora). Un piccone è appoggiato sul muro di cinta del "Calabria", forse l'operaio si era fermata a bere un "bianco" con gli sfaccendati dell'osteria. Tre bambine sono in posa, una sta curando sua sorellina, l'altra forse in attesa del dottore.  Da notare che ci sono solo biciclette (si vede anche una donna in bicicletta),  l'auto era una rarità ed in paese si potevano contare sulla punta delle dita.

Che dire di più, una piazza che potevamo trasformare nel salotto di Gerenzano è diventato il "Museo degli orrori architettonici di Gerenzano"  ed un biglietto da visita negativo (vi risparmio le foto odierne). Salviamo il salvabile, è rimasto veramente poco.
Pierangelo Gianni                Ottobre 2007

 

 Lainate, le case del Palazzo litta. Come potrebbe essere largo Fagnani a Gerenzano

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gianni_pa@gerenzanoforum.it (Redazione) Corti Thu, 13 Mar 2014 01:20:50 +0000
Gerenzano vista dal satellite https://www.gerenzanoforum.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=123:gerenzano-vista-dal-satellite&Itemid=563 https://www.gerenzanoforum.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=123:gerenzano-vista-dal-satellite&Itemid=563 foto dal satellite (google)

Su google maps si può vedere il mondo dal satellite, dalle più sperdute praterie della Mongolia alle aree urbane di Londra, New York e Shangai.

 

Colpisce vedere il confronto fra queste immagini recenti e la fotografia aerea scattata sul territorio di Gerenzano dall'IGM nei primi anni cinquanta. Sembrano due continenti diversi, tanto si è costruito in questi anni, dal '60 in poi. Oramai la città di Milano ed i quattro assi urbani che si dipartono da essa verso Monza - Lecco,  Legnano - Busto - Gallarate, Bergamo - Brescia e Saronno - Varese  sono una sola mega-città con la stessa densità abitativa praticamente su tutto il territorio, con punte anche superiori a 1.300.000 abitanti per kmq (Dati ISTAT, censimento 2001). 

La scelta di assecondare, se non favorire questo sviluppo tumultuoso anche a Gerenzano, dove siamo passati in 50 anni da circa 300 abitanti per kmq a più di 1000 abitanti per kmq è stata fatta a cuor leggero, senza valutarne le conseguenze. Viviamo in una delle zone più inquinate d'Europa. C'è il problema della mobilità delle persone e delle merci oramai irrisolvibile, se non con drastiche soluzioni impopolari come proibire l'uso degli automezzi personali (pedaggi, targhe alterne, blocco del traffico, ecc..). Le infrastrutture viarie in progetto come la Pedemontana e la Varesina Bis verranno pronte fra 15 -20 anni, se va bene, e allora non ci sarà più il problema della mobilità, ma della mancanza di carburante.

Abbiamo peccato di mancanza di programmazione frammentando gli interventi senza un disegno generale a cui attenerci, come se ogni paese fosse una repubblica a sé. Infatti vediamo le aree industriali di un paese a ridosso delle zone abitative dei paesi o città limitrofe. Saronno, come Legnano o Busto, si sono allargate erodendo tutto il loro spazio ed hanno invaso di fatto, con la loro espansione, tutto il territorio dei paesi confinanti. Miracolosamente sono rimaste intatte alcune fasce boschive, come quella del Bozzente. Va ricordato che i boschi lungo l'alveo artificiale del Bozzente non sono autoctoni, ma furono creati nel '700 dopo anni di furiose alluvioni causate dal disboscamento selvaggio del tradatese e di Pian Bosco. Allora i Borromeo, i Fagnani ed i Castelbarco crearono un consorzio per prevenire le alluvioni del Bozzente, rifecero l'alveo del Bozzente deviandolo in aree poco pregiate che vennero usate per disperdere l'acqua in eccesso delle piene. Anche oggi un'opera del genere sarebbe modernissima.
Ma noi abbiamo perso la memoria e siamo gente senza senza lungimiranza: costruiamo zone industriali nei boschi a fianco dell'alveo del Bozzente (vedi Cislago, alla Visconta), abbiamo creato la più grande discarica d'Europa sempre a fianco del Bozzente. Ora ci vogliamo costruire praticamente sopra la Varesina Bis.  La natura ha cicli diversi e più lunghi rispetto a quelli umani. Quello che una generazione non ha visto, non è detto che non si avvererà in futuro.

Che fare? Difendiamo con i denti il "salvabile". E' una guerra di trincea ed inesorabilmente con gli anni si perde qualche campagna a cui siamo legati, ma la salvaguarda dell'ambiente che  qualcuno considera una guerra oscurantista e retrograda è invece una scelta molto moderna, anzi modernissima. Sabato al mercato c'erano dei ragazzi delle scuole medie che distribuivano dei volantini di sensibilizzazione sui problemi ambientali. Se a Gerenzano ci fosse un premio da assegnare a qualcuno che ha fatto un'azione meritevole, quest'anno andrebbe di sicuro alla scuola media Enrico Fermi, ai suoi insegnati e studenti. Loro sono sulla strada giusta. Aiutiamoli.

Pierangelo Gianni (Novembre 2007)

Noed Ovest visto dal satellite (google)

Foto aerea IGM (1954)

Densià della popolazione in provincia di Varese

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gianni_pa@gerenzanoforum.it (Redazione) Ambiente & territorio Thu, 13 Mar 2014 01:08:37 +0000
Gerenzano, un bivio di strade romane https://www.gerenzanoforum.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=122:gerenzano-un-bivio-di-strade-romane&Itemid=563 https://www.gerenzanoforum.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=122:gerenzano-un-bivio-di-strade-romane&Itemid=563 Figura riportata dall'articolo

Camminando per le strade del paese centro o che portano fuori, verso altri centri, cascinali, boschi, non vi è mai venuto il pensierodi quanti piedi abbiano calpestato quei sentieri? E le strade? Quelle vecchie di sempre, quanti nomi hanno potuto cambiare nei secoli! E la stessa disposizione dei terreni, quelli ancora incontaminati da lottizzazioni recenti, sono tutti disposti a raggera intorno al nucleo centrale. Quanti quesiti! Non tutti però sono senza risposta.


Ambrogio Palestra, nel suo articolo: Le strade romanenel territorio della Diocesi di Milano (Archivio storico lombardo a. CIV serie X vol. IV 1978 pp. 7 – 42) parla di “ad XVI lapidem” presso San Giacomo di Gerenzano”, cioè una pietra che servia ai romani per segnare il miglio delle loro strade.
Non poteva essere presso San Giacomo, ma all’altezza di San Giacomo, cioè sulla nostra gloriosa “strava vegia”, un tempo affossata tra gli alti campi che la costeggiavano come dei muraglioni. Ora è stata alzata, asfaltata e allargata e si chiama Via Manzoni.

La strada Milano – Varese
Questa strada serviva a tutti i Gerenzanesi ancor prima che Maria Teresa d’Austria costruisse la strada provinciale, ora statale, cioè la via Clerici serviva dico per andare a Milano a piedi o col carro o in carrozza e a cavallo per i più facoltosi, o per andare a Varese e anche più su a Gavirate, dove c’era un grosso mercato delle bestie e molti dei nostri nonni sono andati a piedi fin lassù a comprare la vaccherella o i manzotti e i buoi per i lavori dei campi.
Per andare a Varese la “strava vegia” si immetteva nella “Strava dul Buzent vec” che passava dalla Fagnana e quindi verso Cislago ecc.. Forse scavando su questa strada all’altezza di San Giacomo si dovrebbe trovare la pietra migliare  romana sepolta sotto un ammasso di sassi e detriti e magari anche il lastricato della strada romana, ma queste sono utopie irrealizzabili.

La strada Milano – Como
Un’altra via consolare romana, che partiva da Como e andava a Milano, passava attraverso i boschi di Uboldo, doveva attraversare il nostro paese da nord a sud e intersecare con la strada Milano – Varese, forse con l’attuale via Roma, grosso modo all’incrocio con via Banfi. Che cosa può suffragare questo tracciato? Il fatto che lungo le vie consolari i romani seppellivano i loro morti. Ora nel 1890 sono statte trovare tombe gallo-romane, nella vecchia fornace di laterizi, presso la stazione, ma dal lato delle case Zaffaroni. Recentemente altre anfore funerarie gallo-romane sono state trovate alla cascina Franchi di Uboldo.
Congiungendo idealmente questi punti e facendoli arrivare aai boschi di Uboldo, attraverso i quali questa via passava sicuramente, ecco tracciata la strada. Scavando lungo questa via ipotetica, non dovrebbe essere improbabile trovarvi tombe gallico-romane o anfore cinerarie, come già sono state rinvenute.
Quanta romanità nasconde il nostro sottosuolo? Sicuramente molta. Non per niente “Geronziano” è di origine romana, anzi un villaggio al bivio di due importanti strade: la Como-Milano e la Milano- Svizzera attraverso il san Bernardo. UN villaggio ricco di acque sorgive e movimentato da intatte collinette moreniche. I diversi reperti trovati e denunciati al pubblico lo confermano, ma quanti altri reperti trovati sono stati ridotti in coccii e seppelliti come detriti inutili e insignificanti?
Carla Mascheroni   Gerenzano, 2 settembre 1986

Nota di Gerenzanoforum: La ricostruzione fatta dalla compianta Carla Zaffaroni e molto bella e fa trasparire un grande amore per la nostra storia, per il paese e le sue tradizioni. Lo stesso entusiasmo e passione di Don Banfi con la sua Storia di Gerenzano.  L’articolo si trova in un vecchio giornale comunale del settembre 1986.
P.A. Gianni 7 Febbraio 2014

 

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gianni_pa@gerenzanoforum.it (Redazione) Ambiente & territorio Fri, 07 Feb 2014 01:59:36 +0000
Uboldo e la sua parrocchiale https://www.gerenzanoforum.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=121:uboldo-e-la-sua-parrocchiale&Itemid=563 https://www.gerenzanoforum.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=121:uboldo-e-la-sua-parrocchiale&Itemid=563 Uboldo e la sua parrocchiale

Gerenzano 24 Dicembre 2013 – Mi scuso con gli amici uboldesi, non  conosco la loro storia, ma due vecchie cartoline acquistabili su ebay e una immagine odierna presa da google mi hanno dato lo spunto per fare alcune considerazioni sul bello e sulla preservazione dei monumenti storici nei nostri paesi.

 Vi presento la sequenza delle fotografie:
 
La prima dovrebbe risalire ai primi del secolo scorso, attorno al 1900 e riprende la chiesa parrocchiale dei SS Pietro e Paolo di Uboldo. Si vede in primo piano il notevole campanile settecentesco (anno 1712, da wikipedia). La chiesa è vetusta con un portale barocco importante. Si accede alla chiesa lungo un viale alberato coronato da una fila di colonnine di pietra. Sulla sinistra c’era un giardino, mentre a destra,  addossata alla chiesa, troviamo la canonica il cui accesso è custodito da un muro di cinta e da un portone. 

Ora una foto dei primi anni ’60:

La chiesa vecchia sopravvive, ma nel retro sorge imponente la nuova Chiesa Parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo, eretta in forme pseudobasilicali nel 1955 su progetto della Scuola Beato Angelico di Milano; l’edificio sorge sul luogo più antico di culto cristiano, ascrivibile al XII secolo, dove si susseguirono vari edifici religiosi.

La canonica è stata abbattuta e al posto del bel viale alberato c’è una spianata con una stele limitata  da colonnine e una ringhiera.

Veniamo ai giorni nostri:

 

La foto, da google, riprende la chiesa col suo piazzale antistante. La vecchia chiesa è stata abbattuta per dar posto alla sala della comunità. L’incantesimo del vecchio complesso col viale alberato è sparito definitivamente.
Un angolo di Uboldo dalla forte identità e memoria storica è stato banalizzato (scusate il termine) con una imitazione di basilica romanica e con la piazza, la cui funzione dovrebbe essere di aggregazione e festa, trasformata in un grande parcheggio.

E’ stato sacrificato alla modernità un angolo di Uboldo molto caratteristico. Mi piaceva di più prima.
Pier Angelo Gianni

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gianni_pa@gerenzanoforum.it (Redazione) Ambiente & territorio Wed, 25 Dec 2013 02:49:28 +0000
Cascina Inglesina https://www.gerenzanoforum.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=119:cascina-inglesina&Itemid=564 https://www.gerenzanoforum.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=119:cascina-inglesina&Itemid=564 Cascina Inglesina

Gerenzano 21 Ottobre 2005 - Buongiorno, mi chiamo Cristina e abito in Cascina Inglesina a Gerenzano.
Mi piacerebbe sapere qualcosa sulla bella cascina in cui vivo: storia, origini, insomma..tutto quel che si può sapere. Vi ringrazio infinitamente,   Cristina

Questa mail mi ha convinto a riordinare tutte le notizie sulla Cascina Inglesina in mio possesso e a formulare delle ipotesi che, come sempre, andrebbero verificate sul terreno o con dei documenti storici (vecchi rogiti, lettere, disegni, fotografie).


 
Iniziamo dal mome: Cascina inglesina. Questo naturalmente fa pensare agli inglesi, e, come si vede dalle vecchie mappe del 1876 del Senatore Canzi, in effetti la cascina si chiamava Cascina Inglese ed a fianco c'erano le Vigne dell'inglese.
Iniziamo subito a far lavorare la fantasia. In effetti Gerenzano fu legata indirettamente agli inglesi per quasi mezzo secolo.
Una sorellastra del Marchese Federico Fagnani, Maria Emily (detta Mie Mie) era inglese, figlia naturale del duca di Queensberry e di Costanza Brusati, madre anche di Federico e Antonietta Fagnani (quella del Foscolo, tanto per intenderci).  Alla morte nel 1840 di Don Federico (celibe e senza eredi diretti) tra le due sorelle ebbe luogo una lunga ed estenuante causa per l'eredita', risoltasi solo nel 1884 (ben 44 anni dopo l’apertura del testamento!). E' possibile che in quegli anni tumultuosi per le proprieta' di Gerenzano la cara e premurosa "Mie Mie" abbia mandato a Gerenzano qualche emissario inglese di sua fiducia a curare i suoi interessi. In effetti anche nella poesia di Moretti (vedi sotto) si dice che i primi abitanti della cascina furono inglesi.
 
Curiosamente nella tavoletta al 25000 dell'IGM fatta nel 1938 in epoca fascista la cascina viene riportata come Cascina Grassina,  forse in onore a Margherita Grassini, creatrice dell'ideologia e della cultura fascista? Questo nome non fu piu' usato in nessun'altra mappa.
Moretti invece nella sua poesia ci ricorda che durante il fascismo la cascina venne chiamata Titominito, forse storpiatura dialettale del nome di un eroe fascista, "Tito Minniti" (vedi scheda a fondo pagina).
 
Quando fu costruita la cascina inglesina? Due dati certi sono in nostro possesso: La mappa del 1876 e la scritta sotto il portico della cascina.
1) La mappa mostra una parte costruita molto piccola, ma a matita e' stata aggiunta una seconda porzione della cascina e la continuazione della stradina d'accesso verso ovest.
2) Sotto il portico si intravede una scritta: Cascina Inglese ..........ampliamento 1893.
Dunque nel 1876 c'era gia' la porzione nord orientale della cascina e venne ampliata quasi vent'anni dopo con i fabbricati che tuttora sono rimasti preservati. Nel 1893 venne ampliata l'aia, venne raddoppiato il corpo abitativo e vennero costruite nuove stalle (foto dal satellite).
 
La cascina comunque era preesistente e nulla vieta di pensare che quell'area fosse gia' abitata in tempi remoti. Infatti si trova proprio lungo l'asse di una ipotetica strada romana (ipotesi da verificare) che, venendo da Rho andava verso Varese. In zona la strada toccava gli abitati della Malpaga, il Lazzaretto (dove forse c'era anche una chiesa), l'Inglesina, il rudere vicino alla vecchia cava del "Bambinel", la Massina e la chiesa di Santa Maria Inziata di Cislago.  Le strade romane erano caratterizzate dalla presenza di tombe e are votive lungo il loro tracciato. Questa ipotesi è suffragata dalla presenza di un'ara romana e delle colonne ritrovate nel bosco di fronte alla cascina inglesina (vennero riusate in seguito per contrassegnare la presenza del Lazzaretto) e dalla toponomastica. Un bosco della zona era chiamato "bosco dei morti" (dove ora c'e' l'ingresso del parco degli Aironi).

La campagna nell'ottocento era coltivata ad uva da vino (ancora oggi la zona viene chiamata dai vecchi "la Vigna" e la via inglesina era la strada della vigna) perche' il terreno e' molto sabbioso e ghiaioso, ottimo per vigneti. C'era la Vigna dell'inglese a ponente, la vigna inglese di sopra, la vigna francescina, Bernardi Rosa, la vigna Angaroni Giovanni, ecc..
Il vino forse non sara' stato eccezionale ma era pur sempre un'ottima rendita, soprattutto per l'erario e l'affittuario che pretendevano da questi terreni rendite maggiori rispetto all'arativo e al prato. Chissa' se nelle vicinanze della cascina e' rimasto qualche vitigno antico. Sarebbe bello far rinascere, per curiosita' storica, un piccolo vigneto autoctono per produrre del vino che si potrebbe chiamare "Vigna dell'inglese".
Filari di gelsi ornavano i viali ed i confini dei terreni rendendo il panorama unico e vivace. Ora di gelsi ne e' rimasto uno solo, proprio nel campo di fronte alla stradina e chissa' se in una delle prossime arature qualche trattorista gli dara' una spallata mortale con il vomere. I gelsi andrebbero TUTTI preservati, nessuno escluso e sarebbe bello venissero censiti e curati con amore da qualche associazione ambientalistica di Gerenzano, dalla proloco o dalle guardie ecologiche.
Infine vi riporto una poesia di Mauro Moretti che racconta la storia della cascina Inglesia, a suo modo.
 
PierAngelo Gianni


CASSINA INGREGIA
 

L’han costruìì a la fin del ‘800,

ingles eran i padron

che andavan per i campagn a cacciàà.


Nel ‘900 l’han vendù ai Gerenzanes

che han costruìì stall e cassin.

Lauravan la tera del marches,

ghera oul pozz, oul furno del pan,

la legna ghe l’avevan li visin nei bosch,

ghe mancava propri nient.

L’han ampliàà come quadràà,

in mez oun grand courtil

con la pertica e oul vanturàà,

netavan oul fourment per fàà oul pan,

sui tavoul gh’eran giò i cavaler,

fasevan oul bozul e la seda,

ghe l’ha vendevan al marches.

Col regim fascista g’han cambià

oul nom della cassina, Titominito.

Con la guera i oman in andàà al front

e lour fasevan da padron.


Han tiràà bas un aereo

oul pilota al s’è salvàà

l’han scoundù da drè di bal da paia,

ma ormai la guera l’era già quasi finii

i fascista in scapàà.


Quand ghè rivàà l’industria

a puc a puc la cassina l’han vendù

ai meridiunal, han fà oun maneg

e ades se ved in gir per i campagn

cavalcàà i milanes.

 

Mauro Moretti

 

Mappa catastale del 1976

Particolare della mappa catastale del 1876

Cascina inglesina vista con google

Parte antecedente l'ampliamento del 1893

Tracciato ipotetico di una strada romana

Ruderi nel bosco vicino alla cava "dul bambinel"

 

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gianni_pa@gerenzanoforum.it (Redazione) Corti Sat, 07 Dec 2013 00:25:11 +0000
Il tetto della scuola media e' volato https://www.gerenzanoforum.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=118:il-tetto-della-scuola-media-e-volato&Itemid=563 https://www.gerenzanoforum.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=118:il-tetto-della-scuola-media-e-volato&Itemid=563 scuola E. Fermi - 2004

Gerenzano, 20-11-2004  Scuola media E. Fermi - Io non c'ero, mi hanno mandato queste foto.
Il vento sarà stato fortissimo per creare questo sconquasso, buona parte dei fogli di lamiera che ricoprivano il tetto della scuola media sono volati sulle case dei vicini per alcune decine di metri danneggiando tetti, infissi e grondaie.

Per fortuna non c'e' stato nessun ferito.  Il tetto della scuola media e' sempre stato un problema e fin dall'inizio ha subito innumerevoli riparazioni. Quest'ultima, inconfutabilmente, e' stata la piu' maldestra. Fissare delle lastre di lamiera sottile di quelle dimensioni su dei travetti di legno esili non mi e' sembrata una bella idea. E' bastato del vento forte per scardinare meta' tetto facendolo vololare come fosse fatto di fogli di giornale.

P.A. Gianni

 

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gianni_pa@gerenzanoforum.it (Redazione) Ambiente & territorio Tue, 26 Nov 2013 01:06:51 +0000